Regola#129you’rewalking,sister

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…E non importa se i tuoi piedi poggiano su sabbia bianca e soffice, o sassolini appuntiti e fastidiosi – di quelli che ti si infilano dentro i sandali – o su di una fune appesa tra i due lati opposti di uno stesso orizzonte…

YOU’RE WALKING, SISTER

Come quando stai finalmente seduta fuori, in una giornata di quelle talmente calde che anche la pelle ti sembra qualcosa di troppo, e c’è un soffio di vento, e ti portano un bicchiere colmo di thè al limone ghiacciato, che tu non vedi l’ora di bere per toglierti questa sete assurda, e prendi in mano il bicchiere, ne assapori la prima sorsata, poi lo posi – e non ti pare di averlo fatto troppo forte – e senti quel rumore.

Sordo, assoluto, terribile. Un “crack” definitivo e rapido, e tu sai che non appena staccherai la mano dal bicchiere, il fondo si staccherà dal resto del vetro, e tutto il thè ti colerà sui jeans.

Lasciandoti la gola secca.

Ecco, capita un momento in cui dentro di te, nella parte più tua e nascosta, senti esattamente quel rumore lì. Ti senti un “crack” nel cuore. E non hai nemmeno il tempo di renderti conto di dove sei, o di stupirti perché sta capitando proprio a te, a te che tieni sempre tutto sotto controllo, a te che non sbagli mai, a te che non puoi permetterti di restare indietro perché chi si ferma è perduto, a te che tieni le fila delle vite di troppe persone, a te che sorridi sempre anche quando dentro vorresti solo chiudere gli occhi e lasciare che le cose si allontanino almeno un po’.

Senti le corde vocali che ti si gonfiano nella gola fino quasi a toglierti la possibilità di deglutire; le senti irrigidirsi e diventare un nodo di marmo; senti gli occhi diventare umidi, vedi l’orizzonte diventare offuscato, riesci quasi a renderti conto di tutta l’acqua che ti sta salendo alle palpebre.
Ti stai trasformando in una diga piena di crepe.
E non puoi fare altro che lasciarti andare, perché quando una diga sente quel “crack”, non si può decidere più nulla e non si può fare più niente.

E tutto quello che vorresti è cancellare tutto e tutti attorno a te, quelli che ami e anche quelli che non riesci a vivere con empatia. Vorresti cancellare tutto, tutto l’amore che hai, e tutto quello che hai perso. O che vorresti non avere più.
Vorresti diventare invisibile, o chiedere aiuto a tutti, o correre più forte del dolore che hai dentro, e che magari nemmeno sai da dove ti viene.

Ecco, c’è solo una cosa da fare in quei momenti in cui anche tu, considerata da tutti una wonder woman sempre sorridente, crolli sotto il peso della stanchezza o delle preoccupazioni o della difficoltà di dover gestire tutto da sola.

Chiudi gli occhi.
Respira con la pancia, più profondamente che puoi.
Piangi, piangi tutte le lacrime che hai dentro.
Poi lavati il viso e passati un batuffolo di cotone imbevuto di tonico.
E mentre fai tutto questo, continua a ripetere a te stessa queste parole: YOU’RE WALKING, SISTER.

Stai camminando, sorella.
Lo stai facendo adesso. You’re walking, nel tempo inglese del present continuous, quello che si usa per parlare di una cosa che sta accadendo proprio adesso. come insegnano a scuola.
You’re walking, stai camminando.
Perché sia quando sei in cima al mondo, sia quando stai crollando giù, tu stai camminando.
E non importa se i tuoi piedi poggiano su sabbia bianca e soffice, o sassolini appuntiti e fastidiosi – di quelli che ti si infilano dentro i sandali – o su di una fune appesa tra i due lati opposti di uno stesso orizzonte.
Stai camminando, quindi stai vivendo. Quindi stai resistendo e puoi resistere fino a quando tutto sarà passato.

You’re walking, sister.
Ripeti questa frase con dolcezza, soprattutto quando pronunci la parola “sister”, sorella.
Perché mentre ti concedi questo momento di dolore, lo stai facendo anche per tutte le altre donne che lo hanno fatto prima di te e lo faranno dopo, e per tutte quelle che lo stanno facendo esattamente adesso, e non lo saprai mai.
Per tutte le donne che non ci sono più, e per quelle che devono ancora arrivare.
Lo stai facendo per l’essenza della donna, come tale.

You’re walking, sister.
Va tutto bene.
E ce la farai anche questa volta.

Come lo so? Perché ho sentito il mio “crack” anche due giorni fa; e ora sono qui a scriverlo.
Thank you, Sister.

2 thoughts on “Regola#129you’rewalking,sister

  1. Oggi sarebbe dovuto essere un giorno speciale…e invece è stato un giorno come tutti gli altri, anzi un giorno triste. E ancora una volta arrivi al momento giusto…tu con le tue parole sai sempre arrivare al punto, riesci a colpire il bersaglio…
    “Vorresti correre più forte del dolore che hai dentro” quanto sento mia questa frase, mi appartiene…
    Però continuo a camminare, non mi fermo perché lo devo a me stessa, alla mia splendida famiglia e a quel piccolo angelo che oggi avrei dovuto stringere tra le braccia…
    #youarewalkingsister

    1. Alessia…non voglio scrivere parole inutili, perché quello che ho provato leggendo il tuo commento non si descrive, si vive e basta. Sappi che anche tu sei arrivata al momento giusto, per me. Ti mando un abbraccio enorme, che circondi te, la tua famiglia, e il tuo piccolo angelo. Continuiamo a camminare, sorella.

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