Regola#30specchiospecchiodellemiebrame

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Il mio specchio magico si trova al Bar Italia- Gazzo Padovano. Entro, ordino un macchiatone al gingseng alle ragazze, o a Carletto, o direttamente a Daniele – il titolare, e mentre lo sorseggio mi specchio su questa parete. E mi sento sempre una gran gnocca. E sono felice

 

SPECCHIO, SPECCHIO DELLE MIE BRAME

Specchio, specchio delle mie brame…leggiamo questa frase, e subito immaginiamo la regina cattiva di Biancaneve, abituata ad interrogare lo specchio per farsi confermare di essere ancora la più bella del reame. Fino al giorno in cui la piccola figlia del ricco marito cresce, e diventa una moracciona dalla pelle bianca come il latte perché le lampade ancora non esistevano, e le guance rosse perché evidentemente nessuno le ha insegnato ad usare correttamente il fard, e l’incantesimo si rompe. Poi arrivano il cacciatore, e i 7 nani e la mela ecc, ecc. La storia la si conosce.

Tuttavia, crescendo, ho imparato a guardare la regina cattiva con occhi diversi, e a capirla un po’ nella sua disperazione quando si è sentita dire senza mezzi termini “non sei più tu la più bella”, perché quella frase metteva contemporaneamente fine all’autostima della regina, e soprattutto ad un’amicizia millenaria: quella tra una donna ed il suo specchio.

Un’amicizia che ho inseguito per anni anche io, fino al giorno in cui ho capito il nocciolo della regola di oggi. Non è vero che lo specchio riflette perfettamente la realtà: l’immagine di te che vedi nello specchio, è l’immagine di te che hai nella tua testa.

Vuoi qualche esempio? Prova a pensare allo specchio di casa in cui ti guardi sempre.

Ti alzi, apri l’agenda per controllare gli appuntamenti della giornata e realizzi che oggi deve arrivarti il ciclo. Poi ti specchi, e come ti vedi? Male! Perché sai che per tre giorni ti sentirai gonfia ed appesantita.

Oggi si sposa la tua migliore amica, e tu sei la testimone. Dai un ultimo sguardo alla tua mise prima di uscire di casa, e come ti vedi? Bellissima! Soprattutto visto che indossi un abito fatto su misura che ti è costato un occhio della testa, il parrucchiere delle dive dove sei stata ieri ha fatto dei tuoi capelli un insieme di fili di seta e la tua estetista ha messo sul tuo viso un trucco da Hollywood.

Siamo soltanto a marzo eppure i telegiornali hanno già iniziato a fracassarci i maroni con servizi insulsi sulla prova costume, mostrando ovviamente il didietro di tutte le vippine che si selfano dal Messico – dove è comprensibilmente già estate – e che hanno un lato B scolpito in marmo di Carrara e un addominale dove l’obliquo sembra gridarti in faccia: sul tuo corpo non ci sarò mai. Tu vai a farti la doccia con quelle immagini in testa, ti spogli, ti guardi allo specchio, e come ti vedi? Male! Perché hai in mente tutti quei culi modificati geneticamente.

Finalmente esci dal letto dopo 5 giorni di influenza, febbre alta, risotto in bianco e thè bollente. Come ti vedi? Bella! Perché senti di essere più magra, sei convinta di essere cresciuta 5 cm e di avere la pelle purificata dalle sudate notturne dovute al febbrone.

Ragazza, non ci siamo. Ricordati sempre che quando ti guardi allo specchio, non ti vedi per come sei davvero ma per come sei convinta di essere. Quello che sei è diverso da quello che vedi, perché nella tua testa ci sono un sacco di pensieri che deviano la tua immagine.

Ecco allora che se non riesci più ad infilarti i jeans, non realizzi che la colpa sia del mezzo flacone di crema idratante snellente che hai appena messo e che ti crea un effetto antiscivolo, ma sei convinta di avere le cosce di Miss Piggy, la maialina dei Muppet, e non appena ti guardi, il tuo cervello guida la vista sulle tue cosce che ti sembrano enormi. E ti deprimi e cominci a chiedere a tutte le tue amiche quanto siano enormi le tue cosce, entrando in un meccanismo perverso da cui farai sempre fatica a staccarti.

Allora, donna bella, eccoti la soluzione che adotto io.

Innanzitutto, quando mi guardo allo specchio, soprattutto se appena uscita dalla doccia, lo faccio sempre senza avere gli occhiali addosso. Che per una come me, cui mancano 3.75 diottrie per occhio, significa sembrare più snella e gnocca della più sensuale degli angeli di Victoria’s Secret.

Oppure, ho fatto in modo di trovare  il mio specchio magico, quello cioè che mi slanci particolarmente. E per una gran botta di culo, suddetto specchio altro non è che una parete del mio locale di riferimento, il Bar Italia che si trova a Gazzo Padovano. Quindi ogni volta che ho qualche evento importante, o anche semplicemente ogni volta che mi sento un po’ giù, vado in questo locale, entro, ordino un macchiatone al gingseng alle ragazze, o a Carletto, o direttamente a Daniele – il titolare, e mentre lo sorseggio mi specchio su questa parete.

Vuoi perché non è proprio uno specchio, ma una parete specchiata rossa; vuoi perché in quel posto mi sento come a casa; vuoi perché ho fatto correggere il macchiatone al gingseng con un po’ di grappa, fatto sta che quando mi guardo lì mi vedo proprio carina. E allora mi si ringalluzzisce l’umore, sorrido a tutti – anche a chi non c’è più ma è come se fosse sempre dietro al bancone – ed esco felice, pensando che sono proprio fortunata ad avere trovato il mio specchio magico a pochi metri da casa.

Riassumendo: donna, dato che su certe cose la nostra testa non cambierà mai, e una di queste è come ti vedi allo specchio, trovane uno che ti piaccia più degli altri – che sia in un locale – magari fatti un giro proprio al Bar Italia, se sei nei paraggi, e dì pure che ti mando io! – a casa di un vicino, in un negozio in centro o la specchiera della camera di tua nonna, e quando serve, guardati riflessa li.

E con la tua nuova sicurezza, esci e vai a conquistare il mondo!

 

 

 

 

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