Regola#296tiavevopromesso

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TI AVEVO PROMESSO

Ti avevo promesso che sarei stata bene; e io c’ho provato, c’ho provato tutti i giorni, finché cercare di stare bene è diventata una delle mie abitudini.
Non sempre ci riesco, ma almeno ci provo.
Tutti i giorni.
Proprio come avresti voluto tu.

Ti avevo promesso che avrei fatto la brava; e io ce l’ho messa tutta, per fare la brava, poi però ho capito che questa vita qui non sempre premia i bravi, e allora qualche volta sono scivolata pure io.
Giusto il tempo di rialzarmi e tornare ad essere quella che conoscevi tu.

Ti avevo promesso che sarei andata avanti comunque, e guardami adesso.
Ci sono riuscita.
Anche se a volte mi sento la prima parte di una storia che è rimasta a metà, perché il co-sceneggiatore ha posato la penna e scelto di andare altrove – un altrove che non si raggiunge in una vita sola.

E maledetto sia il giorno in cui hai deciso di posare la penna.
Maledetto sia quel giorno.

Eppure ti avevo promesso che ti avrei lasciato andare, prima o poi.
Mi ci sono voluti anni, per farlo davvero.
Mi ci sono voluti più anni a lasciarti andare di quelli che abbiamo vissuto assieme in questa stessa dimensione.
Ma alla fine ci sono riuscita, anche se qualche volta arrivano queste notti qui, in cui non posso smettere di immaginare come saresti.
Che colore avrebbero avuto i tuoi capelli, quali rughe avrebbero circondato le fossette che facevano le guance quando ridevi.
Se avresti mai smesso di stare male.

Come saremmo stati – cosa saremmo stati.

Maledetto sia il giorno in cui hai deciso di posare la penna.
Maledetto sia quel giorno.
Maledetto sempre.

Eppure ti avevo promesso che avrei amato ancora, e di nuovo, e di più, e più realmente e consapevolmente e concretamente.
E ho mantenuto anche questa, di promessa.
L’ho mantenuta anche troppo diligentemente, amando con disperazione e con tutto quello che avevo.
Ma erano amori disonesti, perché alla fine quello che cercavo eri sempre tu; e vorrei tornare indietro e poter chiedere scusa per ogni bacio dato pensando che le labbra fossero le tue.

Forse avrei dovuto prometterti che mi sarei lasciata amare, in realtà.
La sto mantenendo ora, questa promessa.
Ed è cosi immensamente vero e reale e solo mio e così unicamente prezioso e così infinitamente delicato e spudorato e raro, questo amore che ho, che diventa tutto nuovo.
Mi sento nuova anch’io, fra le sue mani.
Mani gentili e sicure, guidate da un cuore autentico e condotte da un intelletto vivace, curioso e accorto.
Quanto vorrei potertelo far conoscere.

Maledetto quel giorno.
Maledetto.

Eppure ti avevo promesso che ti avrei perdonato, e ci sono riuscita.
Non da subito, e non del tutto forse, ma ci sono riuscita.
Di perdonare me per non esserci stata, quello proprio non riesco a farlo.

Maledetto quel giorno in cui non ci sono stata.
Maledetto.

Ti avevo promesso che avrei vissuto anche per te.
Avrei vissuto tutto, senza risparmiarmi mai, senza avere paura, senza avere rimpianti.
Ecco, questo l’ho fatto e lo sto facendo anche adesso.
E lo so che stai sorridendo, perché ti piaccio molto più adesso di allora.

Ti avevo promesso che avrei accumulato gioia, una gioia infinita che servisse a riempire il vuoto che hai lasciato.
Lo sto facendo, anche se è un compito non da poco, ma lo sto facendo.

Ti avevo promesso che mi saresti mancato un pochettino meno ogni giorno che avrei vissuto.
Pensavo sarebbe stato impossibile, ed invece sto riuscendo anche in questo.

Maledetto quel giorno in cui hai deciso di posare la penna, amico mio.
Perché io ho cominciato a scrivere davvero proprio da quel giorno lì, e se sono quella che sono è perché quel maledetto giorno lì c’è stato.

Ti avevo promesso che sarei diventata la me migliore che si può; ci sto provando.
In ogni riga, in ogni verso, in ogni parola, in ogni respiro.

Ogni respiro che respiro come se a respirarlo fossi anche tu.
Tu, che quel giorno hai deciso di posare la penna.
Amico mio.

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