Regola#295mapropriononmelaspettavo

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Sto singhiozzando.
Ho iniziato a piangere in sala d’attesa, davanti ad un bambino che per rassicurarmi aveva pure messo i cartoni in TV e mancava poco mi tenesse la mano.
Lui a me.

Tengo le mani strette sulla pancia per tentare di fermare i sussulti, perché adesso di sussultare non posso proprio permettermi.
E’ troppo rischioso.
Devo cercare di stare quanto più immobile riesco.
Gioia e Carlo mi guardano. Si guardano.
Non sanno se ridere di me o piangere con me.

Le lacrime scendono che non le riesco a fermare.
Sono sdraiata sulla schiena, sicché scendendo mi entrano direttamente nelle orecchie, portandosi dietro una lunga scia di mascara.
Sembro un panda sfuocato.
Gioia e Carlo mi guardano. Si guardano.
Credo preferirebbero davvero ci fosse un panda, al posto mio.
Sarebbe sicuramente meno infantile di me.

Lavorano in silenzio.
Sento il loro fiato sul mio viso.

A furia di piangere, in pochi minuti mi si chiude pure il naso.
Ma respirare con la bocca è quasi impossibile.
Mi sforzo di non morire soffocata solo per evitare di fare brutta figura.

Era da anni che non mi disperavo così.
E pensare che è tutta colpa di un chicco di riso; o farro; od orzo.

Che due giorni fa mannaggia la miseria m’ha spezzato un dente talmente in profondità che l’ho dovuto togliere, e adesso sono dai miei dentisti che piango disperata perché se sorrido sembro una vecchia sdentata.

Stai calma, Wendy; sono cose che possono capitare.
Ma proprio non me l’aspettavo.
Stai tranquilla, Wendy, è un problema che si risolve.
Ma proprio non me l’aspettavo.
Stai serena, Wendy, mica ti molla per un dente in meno!
Ma proprio non me l’aspettavo.

“Lo so che non dovrei piangere per una cavolata come questaaaaaaa” – tento di biasciare guardando Gioia e Carlo – “Ma proprio non me l’aspettavoooo”.
E giù a singhiozzare.

Proprio non me l’aspettavo.
E capisco che il problema in realtà è questo: non ero preparata per affrontare un imprevisto, fosse anche una cosa banale come un dente che ti si spezza e devi toglierlo.

E non appena realizzo quale sia il problema, capisco anche come fare per superarlo.
Continuo a sfogarmi fino a quando il respiro torna normale, il naso mi permette di respirare, e la lacrime smettono di trasformare le mie orecchie in un lago.

E poi, inizio a concentrare tutte le mie energie per affrontare l’imprevisto, e risolverlo.
Un passo dopo l’altro.

Perché con la vita funziona esattamente come quando inciampi.

Cadi    ti sbucci il ginocchio    sanguini    bruciacazzosebrucia    piangi pure un po’
ma dopo ti rialzi
curi la ferita
e ricominci a camminare
più attentamente
più consapevolmente
e più forte di prima.

Con la certezza che tutto passa
tutto si risolve
a tutto c’è rimedio

Sopratutto a quello che non ti saresti mai aspettato.
Che siano riso farro orzo o uno sgambetto che la vita tenta di farti qua e là.

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