Regola#247regalatiunamoresconveniente

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Un amore che non viva di fiori recisi, ma che cresca giorno per giorno grazie alle cure che sai dedicargli, trasmettergli, infondergli.

REGALATI UN AMORE SCONVENIENTE

Ho avuto una storia con un calciatore, una volta.
Molto giovane, molto famoso e molto, molto ricco.

Era l’ospite d’onore ad un evento sportivo che presentavo.
Gli ero piaciuta subito, e aveva iniziato un corteggiamento serrato fatto di fiori spediti a casa e telefonate dallo spogliatoio prima di entrare in campo.
Ma più di tutto, mi aveva conquistata per la sua simpatia: riusciva sempre a farmi ridere, e mi piaceva questa sua allegria contagiosa.
Accetto di uscirci.
Iniziamo a frequentarci.
La cosa diventa ufficiale, e contemporaneamente la gente intorno a me comincia a cambiare atteggiamento.
I miei amici mi vedono come una specie di dea, eletta allo stato divino in quanto compagna dell’essere immortale dell’era contemporanea per eccellenza: un calciatore di serie A.
Le mie amiche mi trattano come se avessi vinto alla lotteria, e quando ci vedono arrivare a bordo della sua auto (il primo modello di BMV X5 all’epoca in circolazione), sospirano di gioia aspettando il giorno in cui avrei presentato loro tutto il resto della squadra.
Sia mai che la mia fortuna possa toccare anche a qualche altra della compagnia.
I miei parenti diventano tutti tifosi della sua squadra, anche quando vuol dire andare contro la loro natura calcistica.
Il fratello di una ragazzina cui faccio ripetizioni lo becca allo stadio mentre si sta riscaldando a bordo campo, gli fa il mio nome e riceve in cambio un sorriso e la maglietta a fine partita.
E’ la mia consacrazione ufficiale.
Peccato che, in tutto questo, l’unica a non essere proprio entusiasta della situazione sia io.
Perché la macchina sarà stata anche piuttosto bella, e i fiori piuttosto profumati, e le attenzioni piuttosto calorose, ma il mio bel fidanzato calciatore aveva un carattere che con me combaciava poco.
Pochissimo.
In pratica, mi sono accorta troppo presto che il giovanotto in questione avrà anche avuto un tiro mancino potentissimo, ma in fatto di neuroni ne possedeva esattamente 3.
Con cui parlavo a turno, tra l’altro. Livello del dialogo umano pari a zero.
E di accontentarmi di fare la velina portata in giro a discoteche con i compagni di squadra, proprio non ne avevo nessuna voglia.
Sicché ben presto mi sono stufata, e con grande dolore di amici, amiche e parenti, ho chiuso dopo qualche mese questa relazione tutta ricchi premi e cotillon.

Perché se c’è una cosa che più di tutto cerco nell’amore, è che sia sconveniente.

Che non mi porti nulla in tasca se non tutto se stesso.
Che non provenga da niente che sia al di fuori di noi.
Che non abbia bisogno di nessuno intorno se non le nostre stesse ombre.

Un amore che non viva di fiori recisi, ma che cresca giorno per giorno grazie alle cure che sai dedicargli, trasmettergli, infondergli.
Un amore che possa diventare un giardino di momenti intimi, unici, semplici, preziosi non per la lega di cui sono fatti, ma per quello che rappresentano dentro di te.

Regalati anche tu un amore così: che non chieda niente se non di esistere fra di voi, che non dipenda da nessuno se non da quello che siete insieme voi due, che voi due volete, che voi due diventate.
Un amore che non convenga proprio a nessuno, che non si leghi a niente di materiale salvo la vostra pelle che si tocca.
Perché di un amore sconveniente potrai fidarti sempre, e in un amore così potrai sentirti libera, sentirti te in ogni gesto e in ogni bacio.
I ragazzi che ho avuto dopo guidavano, nell’ordine: una fiat 128 blu, una panda bianca, una punto grigia.
Ma in ognuno di loro ho sempre vissuto la gratuità dello stare insieme, la voglia di cercarsi solo per il gusto di respirarci, la ricchezza data soltanto dai nostri occhi che guardavano nella stessa direzione.
Ecco perchè li porto ancora tutti nel cuore; molto più di quella BMW dentro la quale mi sentivo sempre un po’ precaria, come una cambiale pronta ad essere scambiata prima ancora che fosse scaduta.

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