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Alla fine, quella sera ho scelto il Campiello.
TRA IL RIMPIANTO E LO SBAGLIO, SCEGLI LO SBAGLIO

Venezia o Vicenza. Questo è il problema.
Teatro La Fenice o Space Village.
Cerimonia di premiazione del Premio Campiello 2016 o proiezione del film “Io prima di te”.
Colleghi di lavoro o la mia Micca e le sue figlie.

Sono le tre di sabato pomeriggio, e devo assolutamente decidere cosa fare.
L’umore non è dei migliori, e sono stanchissima perché ieri notte ho fatto le tre.
Avrei l’opportunità di assistere dalla sala regia alla cerimonia di premiazione del Campiello, e io adoro la cerimonia di premiazione del Campiello – che spero un giorno veda me su quel palco.

Ma sono stanchissima, e molto poco motivata.
La mia migliore amica mi propone una serata al cinema per assistere al film romanticoso del momento.
La proposta mi alletta: è rassicurante, e l’unica fatica che richiede è quella di tenere i fazzoletti a portata di mano e sforzarsi di singhiozzare a bassa voce.

Devo decidere in fretta. Solitamente sono brava e svelta a prendere decisioni quando sto lavorando, ma per quanto riguarda la mia vita privata, brancolo costantemente tra un’opzione e l’altra, spostandomi di continuo fra ognuna delle due alternative.

Se vado al cinema passo un po’ di tempo con delle persone che amo, mi godo un film di cui parlano tutti benissimo, posso andare a letto presto e recuperare un po’ di sonno, posso passare il resto del pomeriggio a sistemare casa. Ok, scelgo il cinema.

Tuttavia, se vado al Campiello posso passare una serata a Venezia, posso vedere da vicino il lavoro dei miei colleghi, posso godermi una cerimonia prestigiosa da un’angolazione particolare e privilegiata. Ok, scelgo il Campiello.

Tuttavia, se vado al Campiello so già che tornerò tardissimo, e tornerò stanchissima, e mi tocca prendere la macchina e poi il treno – sperando di trovare parcheggio vicino alla stazione – e poi il vaporetto, e mi tocca partire subito e non riesco a mettere a posto casa che quindi resta un macello. Ok, niente Campiello.

Tuttavia, se vado al cinema rischio di impigrirmi e magari al Campiello avrei potuto fare qualche incontro interessante. Roberto Vecchioni ha fatto parte della giuria, potrebbe essere presente alla cerimonia e magari potrei scambiarci un paio di parole, come sogno di fare da anni. Ok, niente cinema.

Tuttavia, Vecchioni potrebbe non essere presente alla cerimonia e potrei rischiare di fare tutto per niente e andare a Venezia inutilmente e tornare a casa più stanca e triste di come sono partita mentre al cinema invece potrei incontrare l’uomo della mia vita che si siede proprio accanto a me. Ok, niente Campiello.

Tuttavia.
Tuttavia.
E via dicendo per quasi un’ora.
Fino a quando decido che mi serve una motivazione imprescindibile che mi faccia finalmente prendere la decisione definitiva.

Ed è in quel momento che mi scrive la mia migliore amica.
“E’ più il rimpianto di andare o la voglia di restare a casa?”.

Ed ecco il punto di svolta.
Perché ho deciso tanti anni fa che non avrei mai più vissuto di rimpianti. Mai più.
Preferisco dover affrontare le conseguenze di uno sbaglio, piuttosto che mangiarmi le mani per un’occasione persa.

Ad uno sbaglio si ripara, uno sbaglio si rimedia, uno sbaglio si può affrontare e superare imparando dalle conseguenze che comporta.
Uno sbaglio può diventare una storia da raccontare.
Uno sbaglio è fatto di certezza, anche se si tratta della certezza di non aver fatto la cosa giusta.

Ma un rimpianto è una ferita insanabile, perché non ha definizione.
Il rimpianto vive di cose non dette e non fatte e non provate.
Un rimpianto si supera soltanto fingendo che non ti importi, e più fingi che non ti importi più rimpiangi di non poter mai sapere come sarebbe potuta andare.

Preferisci sempre affrontare uno sbaglio, che sopportare un rimpianto.
E’ l’unico modo per fare sempre la scelta giusta.

Alla fine, quella sera ho scelto il Campiello.
Mi sono preparata di corsa, ho trovato subito parcheggio vicino alla stazione, sono riuscita a prendere il treno che avevo previsto – anche se quasi al volo.
Ho scelto il vaporetto che avrebbe fatto il tragitto più lungo per godermi quanto più possibile la mia adorata Laguna.
Sono arrivata alla Fenice, mi sono goduta ogni momento della diretta Rai, intervista a Vecchioni compresa.
E finita la diretta, c’ho anche parlato, con il Professore che tanto ha significato per me con le sue canzoni.
Sono arrivata a casa ancora più tardi di quello che avevo previsto, e così stanca da non riuscire quasi a togliermi il trucco.
Ma quando ho spento la luce, un secondo prima di addormentarmi, ho sentito lungo tutto la schiena un brivido.
Che ho riconosciuto.

Gioia. Gioia allo stato puro. Quella gioia piena di soddisfazione che ti dà la certezza di avere fatto la scelta giusta.
Perché al senso amaro di affrontare un rimpianto ho preferito accettare il rischio di commettere uno sbaglio.
E anche perché finalmente ho conosciuto Roberto Vecchioni, ovviamente!

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