Regola#232RI-LAS-SA-TI

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Concediti di usare delle mollette che prendi a caso – senza badare al colore – o di lavare i piatti mescolando tra loro piatti, bicchieri, tazzine…

RI-LAS-SA-TI

Ho dei nemici. Anzi, delle nemiche.
E vivono in casa mia.
Sono piccole, di plastica, colorate.
Ho a che fare con loro almeno due/tre volte a settimana.
Sono un aggeggio infernale, che mi manda in bestia, perché ogni volta che ho a che fare con loro, mi sento un tantino instabile.

Sono le MOLLETTE, quelle che uso per stendere.
Perché è più forte di me: quando stendo i panni devo rigorosamente usare mollette dello stesso colore per lo stesso capo sullo stesso filo.
Senza eccezioni; senza esclusioni.
A volte, se resto con una molletta spaiata, cambio tutte le altre.
E metto sempre i calzini vicini fra loro.
E le mutande, pure.

Ho dei nemici. Anzi, delle nemiche.
E vivono dentro di me.
Sono piccole, leggere, evanescenti.
Ho a che fare con loro ogni volta che affronto il mondo la fuori.
Sono dei pensieri che mi mandano in bestia, perché ogni volta che ho a che fare con loro, mi sento un tantino fragile.

Sono le PATURNIE, o paranoie, o insicurezze.
Sono tutti quei discorsi che mi faccio da sola ogni volta che mi trovo a riflettere su qualcosa che mi è capitato, o qualcosa che ho detto, o qualcosa che ho fatto.
In ufficio, con le amiche, con i miei, dopo essere uscita dal parrucchiere che mi ha tagliato troppo i capelli o dopo aver detto alla cassiera che mi aveva data il resto sbagliato.

Ogni giorno, da quando esco di casa a quando torno per andare a dormire, passo parte del tempo a chiedermi se ho fatto la cosa giusta, se ho dimostrato con chiarezza il mio valore, se ho fatto valere le mie idee, se sono stata abbastanza simpatica e abbastanza preparata e abbastanza affermata e abbastanza giusta e abbastanza bella.
Ogni giorno, prima di andare a dormire, mi chiedo se sono stata abbastanza all’altezza in tutto quello che ho fatto.
Ed inevitabilmente, mi addormento con la sensazione di essere come un insetto intrappolato in una ragnatela che diventa grande, sempre più grande, e io bloccata lì terrorizzata e debole in attesa che il ragno venga a divorarmi.
Ma il ragno non verrà. Perché il ragno sono io. E la ragnatela che mi tiene bloccata lì sono tutte le paranoie che mi faccio da sola, continuando a pensare e ripensare alle mie azioni, ai miei pensieri, ai miei sentimenti.

C’è solo una cosa da fare per liberarsi da questa ragnatela.
Rilassarsi.

Non devi fare niente di eccezionale per dimostrare quanto vali, per far capire a tutti quello che sei.
Devi semplicemente vivere, vivere ogni giorno seguendo la tua natura, imparando dagli errori, lavorando su te stessa per diventare la te stessa migliore che si può, ascoltando il tuo cuore, razionalizzando i tuoi sentimenti quanto basta per renderli imbattibili.
Per rendere imbattibile te.
RI-LAS-SA-TI.
Vivi tutto godendoti ogni instante, respirando a fondo, amandoti per quello che sei e tenendo stretto a te soltanto chi fa lo stesso.
Non uscire di casa con il coltello fra i denti pronta a combattere; esci di casa con il sorriso sulle labbra pronta ad affrontare tutto, con il cuore guerriero e l’anima invincibile.
Rilassati, soprattutto verso te stessa.
Concediti di sbagliare, concediti di essere stanca, concediti di meritare una tregua, concediti un po’ di riposo, concediti di aver voglia di piangere, concediti di non avere voglia di niente, qualche volta.
Concediti di amare il tuo corpo, qualsiasi esso sia in questa fase della tua vita.
Perché il tuo corpo sei tu.

Rilassati, e concediti di possedere mille sfumature diverse, anche se a volte nemmeno tu riesci a capirle tutte.
Concediti di non avere sempre le risposte giuste.
Concediti di usare delle mollette che prendi a caso – senza badare al colore – o di lavare i piatti mescolando tra loro piatti, bicchieri, tazzine.
O, ancor meglio, concediti di pensare che non sei fissata, ma semplicemente – come ogni donna – portata per natura ad abbinare i colori tra loro.

Rilassati, e ripetilo a voce alta, perché anche solo ripetere questa parola aiuta a farlo.
Rilassati.
Le paturnie spariranno da sole, ti libererai dalla ragnatela.
E sarai pronta a spiccare il volo – un volo sbarazzino, senza fretta, senza logica – come la più colorata delle farfalle.

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