Regola#229allacciatilecinture

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“Signore e signori, buonasera!” E sorrido, prendendomi qualche secondo di pausa.
ALLACCIATI LE CINTURE

Mezza sala. E’ il segnale.
Il pubblico rumoreggia qualche secondo, poi si fa muto e attento.
Tengo sollevato il vestito con la mano destra per non inciampare; nella sinistra, il microfono.
Salgo i tre scalini laterali. Tiro un ultimo respiro.
Poi alzo la testa, e mi dirigo sicura e sorridente verso il centro del palco, dove mi aspetta la luce calda e rassicurante dell’occhio di bue.

“Signore e signori, buonasera!”
E sorrido, prendendomi qualche secondo di pausa.
Una pausa calcolata e scenicamente tattica, perché permette alla gente di applaudire, rompere il ghiaccio ed entrare nel mood della serata.
Una pausa di qualche secondo.
Che per me però è fatale.

Perché in quei pochi secondi di silenzio, nella mia testa scatta una molla che non sono ancora riuscita a controllare, nonostante faccia questo mestiere da più di vent’anni. E quella molla ha una vocina stridula e fastidiosa che inizia a gracchiarmi nelle orecchie tutte le paranoie che una donna al posto mio dovrebbe evitare.

Oddio, questa luce farà sembrare il mio vestito trasparente?
Oddio, il pubblico noterà le mie cosce enormi?
Oddio, avrò truccato entrambi gli occhi nello stesso modo?
Oddio, si accorgeranno che sto sudando?
Oddio, si noterà che sono senza reggiseno e ho le tette che puntano all’equatore?

L’applauso è finito. Tocca a me, adesso tocca a me.

Parla Wendy, parla.
Hai preparato questa presentazione per un’ora. Hai fatto tutto quello che fai di solito prima di un evento. Arrivare con quasi due ore di anticipo, controllare il trucco, controllare il vestito, e poi iniziare a camminare avanti e indietro per il camerino o per la villa o per qualsivoglia posto tu sia a presentare la serata, ascoltando sempre la solita canzone e ripassando tutto quello che ti hanno chiesto di dire per presentare l’artista di stasera. Hai provato la presentazione per decine di volte, Wendy. Sai cosa dire, e sai come dirlo e sai che quando lo dirai come sai dirlo tu li avrai tutti nelle tue mani. Un quarto d’ora prima di salire sul palco hai indossato le tue scarpe da serata, altissime e sexy, e poi ancora avanti indietro a ripassare tutto. Pancia in dentro e schiena dritta. Hai imparato nomi, date, luoghi; sai praticamente a memoria tutto l’elenco degli sponsor e la scaletta dei brani. Hai bevuto un goccetto di liquore alla prugna dalla tua fiaschetta porta fortuna, quella dalla quale aveva brindato con te anche Lucio Dalla.
Sai cosa fare, Wendy. L’hai fatto mille volte.
E’ il tuo mestiere. Sai cosa fare.

E difatti, so talmente cosa fare che alla fine non riesco mai a farlo veramente come avrei voluto, perchè quelle paranoie mi hanno distratta e la presentazione non è andata come avrei voluto.
E’ sempre capitato così, perché a dispetto di quello che sembra, io sono una donna terribilmente insicura.

Ma adesso basta.
Da oggi ho deciso di allacciare le cinture di sicurezza, della MIA sicurezza, perché tutte le paranoie che mi metto in testa in realtà nascono da me, sono mie tanto quanto le cose buone che faccio.
E allora tanto vale lavorarci.
Perché l’insicurezza ci fa correre su di un campo minato, ci fa sentire deboli, scopre il fianco alle nostre paure più grandi e ci toglie carisma e solarità.

Sei seduta a tavola con quel tipo che ti piace da matti, è uno dei vostri primi appuntamenti.
Oddio, e se il trucco sotto al naso mi è colato per il caldo? E se avessi un pezzetto d’origano fra gli incisivi?
Stoppa subito questa paranoia! Allacciati le cinture!
C’hai messo ore per prepararti prima di uscire, quindi quando sei uscita eri perfetta per forza. E se anche avessi un pezzetto d’origano, amen! Capita! Li hai visti bene i suoi, di incisivi?

Hai scoperto che tua figlia adolescente ha pigiato scuola per la prima volta, e le hai tolto cellullare, connessione, mancia settimanale e uscite il sabato pomeriggio, e lei passa le giornate a languire sul letto gridandoti che sei una iena e la peggiore madre del mondo.
Oddio, ho fatto la cosa giusta? La sto crescendo nel modo giusto?
Stoppa subito questa paranoia!!! Allacciati le cinture!!!
Sei tu sua madre, sei nata prima di lei, nessuno la conosce come la conosci tu quindi quello che decidi va bene e andrà sempre bene.

Hai una collega nuova molto più giovane e molto più carina di te, che sembra ricordarsi sempre tutto un secondo prima di te.
Oddio, e se questa mi porta via il posto? Chi pagherà il mutuo? Come farò a trovare un altro lavoro?
Allacciati le cinture!!! Ci vogliono anni per costruire un’esperienza professionale come la tua, e la memoria storica che possiedi non si supera con qualche sorrisetto in più, per quanto molto, molto più bianco del tuo.

L’insicurezza rende deboli.
La debolezza rende tristi.
La tristezza rende fragili.
La fragilità rende pallidi.
Il pallore non piace a nessuno.

Tra le pareti di camera tua, puoi lasciarti andare a tutte le paranoie che vuoi, anche a voce alta se ti fa stare meglio. Ma quando esci dalla tua stanza, nell’istante preciso in cui varchi la soglia di quel posto che è solo tuo per immergerti in tutto il resto del mondo, allacciati le cinture e sentiti estremamente ed infinitamente sicura di quello che sei.

Perché quello che sei va bene.
Quello che sei è giusto.
Quello che sei, sei tu.

Più ti sentirai sicura, più lo diventerai davvero. E non ti fermerà più niente, perché la sicurezza in se stessi è il migliore dei paracadute e la più forte delle spinte; sarai una calamita per solo-cose-belle.

Che poi, sono quelle che ti meriti.
“Signore e signori, che sia una buona vita. Di cuore.”

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