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Oggi, 19 luglio 2015, la scrittrice italiana Eustachia BonTon (che sono io medesima), pubblica la regola#116, nella quale spiega la sua teoria secondo cui le idee di Darwin sono tutt’ora valide, non fisicamente, bensì per quanto riguarda l’anima.

LA TEORIA DELL’EVOLUZIONE DELLA SPECIE – 156 ANNI DOPO
Ovvero “Come Eustachia BonTon completò gli studi di Charles Darwin”

Ti sembra che la vita, con te, a volte sia particolarmente dura, mentre ad altri riservi soltanto cose belle? E’ vero, verissimo.
E sto per svelartene il motivo.

Il 24 novembre 1859 il naturalista inglese Charles Darwin pubblicò l’Origine della Specie, nella quale spiegava la sua teoria secondo cui gli organismi si evolvono gradualmente nel tempo attraverso un processo di selezione naturale.

Uno degli esempi più semplici portato da Darwin per spiegare la sua teoria era quello delle giraffe, che pare una volta non fossero tutte uguali, ma ce n’erano con il collo normale e alcune con le zampe e il collo un pochettino più lunghi; e proprio grazie a queste caratteristiche, quelle col collo lungo erano avvantaggiate perché potevano brucare le foglie delle piante più in alto, quindi erano più in salute, prosperavano molto più allegramente generando figli giraffetti altrettanto alti, mentre le giraffe sfigate col collo corto non trombavano mai perché troppo deboli e furono destinate a soccombere perché non impararono ad adattarsi all’ambiente.

Ecco perché le giraffe moderne hanno tutte il collo bello lungo.

Oggi, 19 luglio 2015, la scrittrice italiana Eustachia BonTon (che sono io medesima), pubblica la regola#116, nella quale spiega la sua teoria secondo cui le idee di Darwin sono tutt’ora valide, non fisicamente, bensì per quanto riguarda l’anima.

Gli esseri – nel mio caso la competenza si limita a quelli umani – non hanno mai smesso di evolversi, tuttavia fisicamente abbiamo raggiunto il top, perché dubito che noi si possa diventare più alti o vivere fino a duecento anni.

Ciò che in noi si sta evolvendo continuamente, è l’anima, e tutto quello che la riguarda.
Come? Diventando sempre più forti.
E come diventiamo sempre più forti? Sopportando tutte le prove che la vita ci mette davanti.
E come fa la vita a metterci alla prova? Colpendoci nelle nostre paure più grandi.

Hai paura di perdere le persone che ami? Le perderai.
Hai paura di non riuscire ad avere figli? Non ne avrai o farai fatica.
Hai paura del dolore? Soffrirai.
E se hai paura di lasciarti andare alle emozioni, proverai di tutto, e se hai paura dei ladri prima o poi arriveranno e se hai paura delle responsabilità te ne troverai al centro.

Perché la vita scopre il tuo punto debole, e ZAC!, ti colpisce apposta proprio lì.
Ma non credere lo faccia per cattiveria, o perché noi essere umani si sia destinati ad un’esistenza di sofferenza.

La vita ti colpisce per salvarti la vita. Perché quando sei in ginocchio, con le mani a tenerti su la faccia che altrimenti sarebbe immersa nel fango e nella polvere, ti trovi davanti a due possibilità.

O ti lasci andare, e togli quel poco di forza che ancora avevi nei polsi, così la faccia ti cade giù e ti lasci riempire i polmoni di polvere. E rinunci.
O ti appigli a quel filo di coraggio che ancora hai, e raccogli tutte le tue forze, e fai leva sempre lì, sui polsi, ma stavolta per alzarti.
E ti alzi, e ingoi quel grumo di polvere e sangue che ti si era accumulato sulle labbra, e vai avanti.

Avanti ancora e sempre avanti.
E vinci.
E diventi più forte.

E la tua anima diventa ancora più imbattibile, imprimendosi nel DNA il sapore di questa vittoria, che poi passerai naturalmente a chi ti vive attorno e ti sopravviverà.
E non parlo solo dei tuoi figli, che nasceranno da una persona più forte e di questo valore aggiunto si faranno testimoni ed eredi e profeti nel mondo; parlo di tutte le persone che ti stanno attorno, che dalla tua esperienza capiranno di potercela fare pure loro.
Ed ecco un mondo di persone più forti.

Io ho sempre avuto una paura che più di tutto mi ha terrorizzata: quella di restare da sola, di non avere nessuno accanto di cui essere la scelta.
E guardami qui, ora. ZAC! Sono sola.
E non sono mai stata più forte e fiera di me di come sono oggi.

E se anche una sola fra voi, amiche che viaggiate con me lungo il percorso di queste regole, si sente un filo più forte leggendo queste righe, allora il mio ruolo nel processo di evoluzione secondo Eustachia sarà assolto.
Anche senza essere andata in culo al mondo alle Galapagos per parlare con le tartarughe!

 

 

 

 

 

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