Regola#20lusomiglioreperlatavolettadelwc

 

regola20
…Tu sai chi sei, quello che fai ogni giorno, quello che vali. Non fare intaccare la tua fiducia, ma continua dritta per la tua strada, immaginando tutti quelli che tentano di scalfire la tua stima con la loro faccia sulla tavoletta del tuo wc… (thanks to MYYOUR per l’immagine della loro ultima creazione, la seduta Everyday!)

L’USO MIGLIORE PER LA TAVOLETTA DEL WC

Alzi la mano chi di voi, amiche carissime che seguite queste regole, a leggere la parola “tavoletta” non ha pensato subito a due aspetti tra i più fastidiosi della vostra quotidianità, e cioè il bagno come una delle stanze più noiose e moleste da pulire, e soprattutto – se avete un esemplare maschile che vi gira intorno, sia esso vostro marito o vostro figlio o vostro nonno – alla lotta infinita ed estenuante che vi vede gridare almeno 5 volte al giorno la seguente frase: abbassa quella cazzo di tavolettaaaaaa!!!! (Anche nella versione dedicata ai minori: abbassa quella cavolo di tavolettaaaaaa!!!!).

Nelle prossime righe, capovolgerò completamente questo cliché, perché ti svelerò il modo migliore di pensare alla tavoletta del wc. Anzi, non solo ti svelerò il modo migliore, ma addirittura karmiko.

Ho iniziato a lavorare a 16 anni, nei tre mesi di pausa estiva, come commessa in un supermercato. Da allora, non mi sono mai fermata, ricoprendo diversi ruoli nelle più svariate aziende, dalla piccola stireria dove facevo l’operaia fino alla multinazionale nota a livello mondiale. Vuoi per le mie scelte, vuoi perché sono sempre stata attratta dalle sfide personali e ho sempre avuto voglia di crescere professionalmente e mettermi alla prova, fatto sta che ho cambiato diversi posti di lavoro.

La maggior parte delle volte, ho avuto la fortuna di conoscere persone splendide, cui sono legatissima tutt’ora. Qualche volta però, sono incappata in colleghi – fatalità sempre con ruoli di superiorità rispetto al mio – che vivevano la loro quotidianità personale con un unico obiettivo: rompere le balle a persone come me, e rendere il posto di lavoro un inferno.

Dalla dirigente invidiosa e fancazzista che seminava bugie e malessere tutti i giorni, all’amministratore delegato (pardon, unico), che riusciva a mantenere alta la sua autostima solo demolendo quella degli altri, passando per l’imprenditore convinto di poter comprare tutto – e quando dico tutto, intendo proprio TUTTO – con un assegno.

Fino a qualche tempo fa, questi episodi mi demolivano, e invece di rimboccarmi le maniche e far valere il mio valore (gioco di parole assolutamente voluto), non facevo che somatizzare il disagio: colite, gastrite, cistite, mal di testa, insonnia, perdita di capelli, nervosismo e simili caratterizzavano non solo le mie giornate lavorative, ma anche i fine settimana e tutti quei momenti in cui avrei dovuto godermi il riposo, perché il pensiero era sempre e comunque rivolto al mio lavoro, e a quanto stavo male in quell’ambiente.

Fino alla svolta della tavoletta del wc: ho iniziato ad immaginare la faccia della persona che mi creava problemi sulla tavoletta alzata del mio water. La situazione – esternamente – non è cambiata di una virgola, ma è cambiato il MIO modo di affrontare il problema.

Il tuo capoufficio ti fa impazzire, e ti sommerge di lavoro che porti a termine in maniera eccellente salvo poi capire che se ne prende lui tutti i meriti? Il tuo datore di lavoro ti umilia tutti i giorni? La tua collega fa di tutto per sminuire quello che fai? Ti sbatti da mesi per portare a termine un progetto che non ti viene riconosciuto? Sei circondata da persone chiaramente meno competenti di te che sembrano ottenere avanzamenti di carriera ogni 15 del mese? Hai la sensazione che – più della meritocrazia – dove lavori sia più conveniente saper interpretare il ruolo di Bocca di Rosa? La soluzione sarebbe mollare tutto, lo so.
Ma viviamo in tempi in cui trovare un lavoro sembra una sfida più difficile che fare il giro del mondo a piedi correndo all’indietro, e nella società attuale forse ci sono più possibilità di vincere un Gratta&Vinci.
Tuttavia,  di lavorare abbiamo tutti bisogno, non solo per avere di che vivere, ma anche e soprattutto perché il lavoro è un diritto. Cui hai diritto anche tu.

Quindi, fino a che non si apriranno nuovi orizzonti, hai una sola alternativa: sopportare e gestire questa situazione. Se sei sicura di quello che vali e di quello che dai ogni giorno, prova con il trucco della tavoletta, e immagina la faccia boriosa e sorridente del tuo capoufficio o del tuo datore di lavoro o della tua collega laureata in under-the-table-logia appiccicate sulla tavoletta alzata del tuo wc.

Amica, tutto passa, e passerà anche questo periodo.

Nel frattempo, lasciati scivolare il fango e concentrati sulle cose belle che ti girano intorno. Ricorda che la gente che si lascia ingigantire dal potere, è gente molto meno valida della polvere che hai sotto le scarpe, e nessuno sarà mai più grande di te, se tu non glielo permetterai.

E ricorda che suddetta regola è applicabile anche con tutte quelle persone che ti fanno stare male e intaccano la tua autostima. La prof d’italiano ti ha preso di mira soltanto perché non ami le stesse, decadenti poesie in cui si ritrova lei? Tua suocera non smette di ricordarti quanto preferisse la sua prima nuora? Tua sorella fa di tutto per farti litigare con i vostri genitori? Tuo marito confonde la tua devozione per la vostra famiglia con il tuo dovere di rivestire il ruolo di domestica?

Problemi loro. Tu sai chi sei, quello che fai ogni giorno, quello che vali. Non fare intaccare la tua fiducia, ma continua dritta per la tua strada, immaginando tutti quelli che tentano di scalfire la tua stima con la loro faccia sulla tavoletta del tuo wc.

Prova ad applicare questa regola ogni volta che qualcuno tenta di umiliarti o demolire la tua sicurezza; non solo ti sentirai meglio, più forte e sicura di te, ma ti verrà da ridere ogni volta che pulirai il bagno!

(thanks to MYYOUR per l’immagine della loro ultima creazione, la seduta Everyday!)

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