Regola#17quandotiguardisorriditi

#17
Ti piaci, non ti piaci, sei invecchiata, stai ringiovanendo, eri meglio qualche anno fa o stai migliorando con il tempo che passa, non conta; qualsiasi sia la sensazione che hai quando ti guardi, devi andare oltre. Dimentica quello che provi, dimentica che vorresti essere diversa o che temi di non restare per sempre così. Guardati e SOR-RI-DI-TI.

QUANDO TI GUARDI, SORRIDITI

Che rapporto hai con il tuo viso? Hai mai realizzato che la tua faccia è l’immagine che ti porti dietro da più tempo? Ci sei nata e cresciuta; ce l’hai sotto agli occhi da sempre, a prescindere dal fatto che possa piacerti oppure no. Sei l’unica persona che ti guarda negli occhi tutti i giorni, probabilmente sei la prima che ti guarda negli occhi il mattino e quella che da più tempo ti guarda negli occhi la sera.

I tuoi lineamenti, quindi, sono i tratti cui sei più abituata, ovviamente a meno che tu non faccia parte di qualche categoria che esclude lo specchio dalla propria quotidianità, tipo un’eremita che vive sola in qualche angolo sciamanico del mondo, una religiosa che abbia scelto la condizione di clausura, una naufraga accampata in un’isola deserta, tipo Paradise o Laguna Blu se hai avuto culo, o tipo Cast Away se sei tanto sfigata da dover dividere i tuoi giorni solo con un pallone di nome Wilson, cosa piuttosto improbabile, visto che se una donna si trovasse sola in un’isola deserta, son sicura squarterebbe il pallone per farne un’insalatiera e sceglierebbe come compagnia virtuale una foglia di banano intagliata con tanto di tacco e punta, che chiamerebbe Jimmy (Choo, ovviamente).

Ma il punto focale è, in che modo ti guardi? E quando lo fai, ti vedi veramente, o ti concentri piuttosto su ogni millimetro di pelle riempiendoti di complimenti se quello che vedi ti piace, o di insulti e correttore se quello che vedi non ti soddisfa per niente?

In entrambi i casi, sbagli.

Il tuo viso sei tu.

Purtroppo, quando siamo troppo abituati a vedere una cosa, non la notiamo; ci abituiamo alla sua presenza e non le dedichiamo più lo stupore che si prova di fronte ad una cosa bella, nuova.

Con il tuo viso accade la stessa cosa: sei talmente abituata a compiere gli stessi, abitudinari gesti tutti i giorni, che non ti soffermi mai a guardarti veramente. Ti alzi al mattino e via, parte la maratona: lavarlo, spalmarlo con l’ultimo ritrovato nel campo delle creme da giorno, cercarecii punti neri, maledire i punti neri quando ci sono, schiacciare i punti neri, schiacciare i punti neri con troppa forza creando un cratere dal quale emergerà un enorme brufolo (si, lo so, ti fa schifo anche solo leggerla, la parola brufolo. Brufolo-brufolo-brufolo-brufolo. La smetti di tentare di schiacciarti i punti neri????), coprire le imperfezioni comprese quelle che ti sei appena fatta da sola, truccarlo, portarlo fuori dal bagno, farselo sbavare dai baci delle persone che incontri durante la giornata, guardarlo mille volte durante il giorno in qualsiasi superficie riflettente – dallo specchio dell’ufficio a quello dell’auto, dal finestrino del bus a quello del treno, dalle posate del bar in cui mangi (cazzo! Mangi in una mensa con le posate di plastica….) agli occhiali specchiati del tuo collega, controllarlo mille e mille e mille volte, ritruccarlo, riportarlo a casa, riportarlo davanti allo specchio prima di andare a dormire, togliere il trucco, passarci il tonico, metterci la crema per le occhiaie e quella per il contorno occhi (che non ho mai capito la differenza), quella per il contorno labbra, quella antirughe e anti-age e anti invecchiamento, che anche solo mettendo tutte queste creme sei già invecchiata più in fretta.

Sei talmente abituata a fare tutti questi gesti, il più delle volte in una fretta allucinante che ti fa sembrare la reincarnazione del dio Ganesha figlio di Siva e Parvati (non perché aveva la testa di elefante o il ventre pronunciato, o una gamba sollevata appoggiata sull’altra, ma perché dotato di quattro braccia) che ti dimentichi di guardarlo davvero, il tuo viso. E quando dico guardarlo, non intendo osservare ogni lineamento con la stessa attenzione che ci metterebbe un giudice di Law and Order, e cioè cercando il difetto, l’imperfezione, il corpo del reato.

No. Non devi scrutarlo o controllarlo il tuo viso, devi guardare TE, nel tuo viso. Devi cercare TE nei tuoi occhi. E quando lo hai fatto, SORRIDITI. La regola di oggi impone questo: quando ti guardi allo specchio al mattino, e quando lo fai alla sera, e quando lo fai anche tutte le altre volte del giorno che ti trovi occhi dentro agli occhi con te stessa, sorriditi.

Guardati, fissati, trovati, e regalati un gran sorriso.

Ti piaci, non ti piaci, sei invecchiata, stai ringiovanendo, eri meglio qualche anno fa o stai migliorando con il tempo che passa, non conta; qualsiasi sia la sensazione che hai quando ti guardi, devi andare oltre. Dimentica quello che provi, dimentica che vorresti essere diversa o che temi di non restare per sempre così.
Guardati e SOR-RI-DI-TI.

Con affetto, gentilezza, stima, clemenza, rispetto, pazienza. Guardati, fissa te stessa negli occhi, e apri le tue labbra ad un sorriso.

Pensa a come ti sorride la tua migliore amica, o come vorresti facesse un uomo.
Pensa a come ti sorrideva tua nonna, o tuo papà quando a diciassette anni gli confessavi che avevi lasciato il fidanzatino.

Oppure, pensa ai tuoi bambini, quand’avevano pochi mesi.

Pensa al loro volto, a come ti sorridevano pieni di gioia e stupore con tutta la vita e l’amore che avevano dentro quando aprivano gli occhi da piccini e tu eri già lì pronta a prenderli in braccio.

Cerca di recuperare quelle emozioni, o la gratitudine e gioia che hai provato tu l’ultima volta che hai sorriso a qualcuno, e regala quelle stesse emozioni a te stessa.

Vedrai, iniziare la giornata con un sorriso ti cambierà la prospettiva, perché fa bene e porta bene e il bene è contagioso.

Perciò guardati e sorridi.

Anche perché, ragazza, se non ti sorridi tu per prima, come pensi possano farlo gli altri?

 

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