Regola#202ilpesostonatodellanima

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Riavvolgi il nastro fino a tornare al punto che ha sfasato tutto il resto, e riparti da quel momento lì. Come se stessi usando un diapason, un diapason per la tua anima.
IL PESO STONATO DELL’ANIMA

Ho preparato ognuno dei 42 esami che ho dato per laurearmi ascoltando un’esecuzione live della Traviata.
Avevo trovato il DVD su di una rivista.
Ricordo che ogni giorno, per ognuno di quegli esami, il rito era sempre lo stesso: io che porto i libri sul tavolo in cucina, lo stereo vicino a me.
Io che premo play dopo aver preparato le matite bene appuntite vicino al quaderno degli appunti.
E poi quel suono, che nella mia testa immaginavo precedere l’apertura del sipario.
Era il suono dell’inizio dell’ouverture.
E c’era un suono, che precedeva la sinfonia. Era’ la bacchetta del direttore d’orchestra che batteva due volte sul leggio.
E c’era un suono, che precedeva la bacchetta del direttore d’orchestra. Erano gli strumenti che si accordavano.

Ho sempre pensato che l’inizio fosse tutto lì, finché un giorno ho scoperto il fascino e il mistero di un diapason.
Il suono che veniva prima di tutto.
Un la.
Il la che fa si che tutti gli strumenti si accordino fra loro.
E’ il la il vero inizio. E’ il la che mette tutto in ordine.
Strumenti a fiato, strumenti a corde, strumenti a percussione. Talento e studio delle persone che cantano su quelle note. O che le dirigono. Emozioni delle persone che quelle note le ascoltano, le bevono, le accarezzano, le fanno proprie.

C’è un la alla base di tutto.
Accade la stessa cosa con l’anima. Quand’è stata l’ultima volta che hai pensato alla tua?
Quand’è stata l’ultima volta che ti sei resa conto che la tua anima portava in te un peso stonato?
Quand’è stata l’ultima volta che hai dato importanza – davvero, importanza – al malessere che viveva la tua anima?

Per il mal di testa, agisci d’istinto: una pastiglia, o un po’ di riposo, o qualche goccia di Fiori di Bach sotto la lingua, o una tisana bella calda.
Per il mal di cuore – delusioni, tristezza, nostalgia, solitudine – agisci come meglio credi: esci e ti distrai o resti in casa e ti affoghi di Nutella o ti lasci consolare dalla musica, dai libri, da un film, dalla tua migliore amica. Da una preghiera.

Ma quando è la tua anima a sentirsi stonata, cosa fai?
Quando senti di essere sempre e comunque nel posto sbagliato, o nella vita sbagliata, o nella dimensione sbagliata, o dalla parte sbagliata di una scelta, cosa fai?
Quando porti con te un peso strano che non capisci bene da dove parta ma sai che batte esattamente lì, al centro del tuo petto, poco sopra lo stomaco, come ti comporti?

Te lo dico io. La ignori. Perché diamo sempre più peso a quello che sappiamo riconoscere.
E finiamo col diventare una sinfonia piena di sbavature.

Quando l’anima ti pesa, dalle peso.
Perché è la parte più autentica, pura, innata, essenziale di te che sta tentando di dirti qualcosa.
Che sta tentando di attirare la tua attenzione per farti ri-accordare di nuovo con la tua vita.

Ascoltala.
Quel peso al centro dello sterno, quella fatica che fai a tirare un respiro profondo, quell’impossibilità di sentirti serena, quel malessere illogico che ti annacqua gli occhi anche di fronte a un bel tramonto – che senti dovrebbe emozionarti ma non ti fa provare niente – quella sensazione costante di essere nel rigo sbagliato del tuo spartito, sono tutti segnali che ti arrivano dalla parte più profonda che hai.

Dall’anima che porti dentro.
Ascoltala e intervieni.
Ferma tutto intorno a te, scomponi la tua vita in tanti piccoli pezzetti, trova quello che non è tuo, non ti appartiene, individua l’ingranaggio che non funziona più e sta facendo ruggine di tutti i tuoi lati più belli.
E buttalo, se puoi.
O cambia te stessa nei suoi confronti.

Ma fallo.
Riavvolgi il nastro fino a tornare al punto che ha sfasato tutto il resto, e riparti da quel momento lì.
Come se stessi usando un diapason, un diapason per la tua anima.
Riaccordati con la testa con il cuore con il corpo con tutto quello che sei.
E poi ricomincia a suonare più forte di prima.
Con tutti gli strumenti che seguono la partitura giusta. A tempo.
Perché SEI TU, che stai vivendo

E’ la TUA partitura. E’ il TUO tempo. E’ la TUA vita.

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