Regola#27luomoacchiappacolor

L’UOMO ACCHIAPPACOLOR

Qualche anno fa, con la mia amica Francesca decidiamo di fare una pazzia, ed andare a parlare con una sciamana. Eravamo tutte e due incastrate in una storia senza capo né coda, e per avere un parere obiettivo in più, decidiamo di fare 100 km e andare da una sciamana. Razionale, direi.

Partiamo un lunedì pomeriggio, con il percorso stampato nella piantina, dal punto A al punto B, un’ora e trenta. La sciamana ci aveva dato qualche indicazione: una chiesa, una scuola, un campo con un allevamento di pecore, il tutto in centro città. Plausibile, senz’altro. Arriviamo nella via dove doveva trovarsi la casa sciamanica, e fatalità troviamo sia la scuola, sia la chiesa. Delle pecore, però, nessuna avvisaglia.

Per forza. Nel navigatore avevamo inserito la via sbagliata, con la vocale finale diversa. Mai paura, ripartiamo dal punto B per il punto C: altri trenta minuti.

Finalmente, arriviamo in un quartiere un po’ enigmatico che inizia ad evocarci immagini mistiche: ci siamo.

Ci perdiamo un’altra quindicina di volte, e alla fine la sciamana ci viene incontro a metà strada, e la seguiamo fino a casa. Una casa normalissima, e una ragazza normalissima, un po’ frikketona, studentessa di medicina e appassionata di meditazione e sciamanismo.

Parliamo un po’, e decidiamo che a cominciare sia io.

Mi siedo di fronte a lei, le dico il mio nome 3 volte, mentre lei intona un cantico spagnolo e inizia a leggere la mia anima, la mia aura. Che vede come una rosa bianca. Ci sono alcuni colori ai bordi, ma sta diventando sempre più bianca, diafana, quasi trasparente. E la colpa è della persona con cui sto. Allora le dico il nome del tipo in questione, e qui accade una cosa misticamente straordinaria.

Nel momento stesso in cui pronuncio quel nome, alla sciamana parte un rutto fenomenale, probabilmente ispirato dal film di Bud Spencer e Terence Hill visto la sera prima. Scusa – mi dice – ma ho appena finito di mangiare. Fagioli e cipolla, deduco io.

Fatto sta che la seduta prosegue e mi sento dire mille volte che la persona che ho di fianco è sbagliata perché assorbe tutti i miei colori e tutta la mia energia. Quel rutto evidentemente era davvero un segno, perché la sciamana aveva ragione, e quel ragazzo viveva splendendo della mia energia.

E io stavo diventando spenta come la mia anima.

Tutto questo per dirti, ragazza bella, che non serve ricorrere ad una sciamana per capire quando la persona con cui stai – o stai tentando di stare – ti assorbe i colori. Pensa alla giornata che hai appena trascorso; pensa all’ultima settimana, all’ultimo mese; pensa a com’è cambiata la tua vita da quando lo conosci.

Per caso sei un po’ più triste del solito? Ti senti sempre un po’ più stanca dentro? Ti scopri a sorridere un po’ meno spesso? Qualche tua amica ti ha per caso detto che ti vede spenta? Allora, stai frequentando un uomo che assorbe la tua energia, i tuoi colori. E cioè: un uomo acchiappacolor.

Amica, E-VI-TA-LI: ti spengono, ti annullano, ti tolgono qualsiasi tipo di forza vitale, entusiasmo, voglia di fare ed essere un sacco di cose. Ti rimpiccioliscono, e nessuna merita di stare con qualcuno che la rimpicciolisce.

Soprattutto, TU non meriti di stare con qualcuno che ti rimpicciolisce.

La persona che ti ama davvero deve essere come un cielo dopo la pioggia: fare da sfondo al tuo arcobaleno; deve saper cogliere i tuoi colori, ed enfatizzarli. Se hai di fianco qualcuno che passa il tempo a toglierti energia, senza darti nulla in cambio che rinsaldi la tua forza, non ci siamo.

E allora devi provvedere: aspetta che la lavatrice finisca il lavaggio, e butta via il foglietto. Ricordati: le tante declamate 50 sfumature di grigio sono nate come un libro prima, e un film poi. La realtà è ben diversa, e tu sei talmente piena di colori, che nessuno può permettersi di rubartene anche soltanto uno.